sabato 13 maggio 2023

New York maggio 2023 giorno 6


 Buongiorno ragazzi,

Oggi si parte alla volta di Harlem ma prima, visita alla Public Library of  NY, seconda visita a Central Park. 

Lo sapevate che Harlem prende il nome da Haarlem, che originariamente era un villaggio olandese organizzato nel 1658, con una presenza prevalente di ebrei e Italo americani. Solo nel 20esimo secolo cominciarono ad arrivare gli afri americani, per trasformarla così, come la conosciamo oggi. 
Parlando di cultura ad Harlem, Jacob Lawrence fu uno dei pittori più rivoluzionari. Alcuni suoi quadri li abbiamo visti ieri esposti al MoMa. Denunciava con la pittura quelli che succedeva quotidianamente alla popolazione afro americana. ( da vedere sicuramente)

martedì 9 maggio 2023

New York maggio 2023 giorno 4


 Buongiorno ragazzi, pronti per un’altra scarpinata?

Obiettivi di oggi:

Chelsea Market, high Line, Grenwick Village, Washington Square Park, The Edge e per finire visita ai negozi sulla 33esima.

Obiettivi raggiunti tutti per un totale di 17km. Sono cotto. 

Buonanotte. 

New York maggio 2023 giorno 3


 Giorno 3

Sveglia alle 6.00, e via a fare colazione da starbucks. Due cappucci e due brioche la bellezza di 27 dollari. E sti cazzi! Armati di santa pazienza si punta alla prima destinazione. 

Memoriale dell’11 settembre.

 Poche parole perché il sentimento che ti pervade è indefinibile. Tutte le opere ricostruite sul vuoto creatosi sono splendide ma, al solo ricordo del su che cosa sono state costruite è angosciante. 

Wall Street. 

Val bene la camminata per sfregare le corna del toro. La gente del posto dice di non grattare le palle del toro perché porta sfiga.

Staten Island. 

Da wall Street a piedi fino a prendere il Ferry ( gratuito) per Staten Island. Questa meta  ci è servita per poter fotografare la statua della libertà. 

Ponte di Brooklyn 

Al ritorno da Staten Island, direzione Brooklyn. Passeggiata sul ponte fantastica. Ci siamo diretti al Dumbo, quartiere a ridosso dei due ponti: il Manhattan Br ed il Brooklyn Br. La passeggiata che unisce i due colossi  svicola attraverso vecchi magazzini e negozietti fino ad arrivare  alla famosa via resa celebre dal film:”c’era una volta in America”. Dopo aver mangiato da Grimaldi’s pizza, ci siamo rilassati sulle panchine lungo la promenade ed abbiamo aspettato il calar della sera per ammirare il suggestivo panorama che offriva Manhattan illuminata. 

Km fatti a piedi 13,87. 

Anche oggi ci siamo stancati ma, andiamo a dormire con qualcosa in più di ieri. 

Buonanotte

lunedì 8 maggio 2023

New York maggio 2023 giorno 2


Giorno 2

Maledetto fuso orario! 

Alle 5.00 sono già sveglio, mi faccio un caffè americano e vado giù all’ingresso a farmi una paglia. La città è ancora sveglia, esattamente come l’avevamo lasciata la sera prima. I locali nella via sono ancora tutti aperti, sia i vari ristoranti che i caraoke coreani. Mi siedo sulle gradinate dell’hotel e comincio ad osservare: il via vai di giovani asiatici che camminano su e giù per la via è impressionante. Come se si fossero appena svegliati ma, i loro abbigliamenti da sera dicono esattamente il contrario. Adesso aspetto che si svegli il mio amore e poi partiamo per il primo tour della giornata che prevede: Central Park, museo delle scienze, Rockefeller tower, Time Square e altre piccole attrazioni turistiche. 


Central Park,. 

Non si ha idea di come si possa godere   di così tanto verde dopo essere stati anche una sola giornata in mezzo a tanto cemento. Un mondo di natura dentro un altro mondo. Come dicevo ieri, che avevo la sensazione che la città fosse una entità indipendente dall’essere umano, oggi ne ho avuto la conferma: Central Park ne è il cuore pulsante. Questo polmone naturale che dà ossigeno a tutte le arterie della città, restituisce momenti di puro relax e benessere. 

Museo delle scienze. 

Vale bene i 28 dollari spesi. Un tuffo nel passato di nostra madre terra, partendo dalle ere geologiche a noi più  sconosciute, con i ritrovamenti dei  resti di animali preistorici, fino ad oggi, dove vengono ben descritti e documentati tutti i danni che le stiamo facendo causando il cambiamento climatico, e non solo. Quattro ore ben spese, per uscirne con un arricchimento non solo didattico ma anche morale. Se ne potrebbe scrivere ancora, ma le parole non renderebbero giustizia all’immenso tesoro raccolto nel museo. 

Time Square. 

Gli Americani sono pazzi! Non capisco come facciano a resistere ( di sera) più di un’ora in quella piazza. Un gioco di luci e flash impressionante, sconvolgente ed allucinogeno. Un martellamento di musica, luci e colori psichedelico. Che dire: Affascinante. Stupendo l’hard rock cafè al suo interno, uno dei più belli che abbia mai visto. Non oso immaginare cosa succeda in quella piazza ogni 31 dicembre. 

Alla fine della giornata abbiamo collezionato 20km di camminata ( perché noi ci spostiamo solo a piedi) e, non contenti, siamo andati a vedere anche La Central Station. Stupenda, proprio come descritta nei films. 

Che dire ragazzi, si va a letto stanchi ma soddisfatti per il bottino conquistato oggi e ci si prepara la giornata di domani, che sarà molto più intensa. 

Buonanotte. 

domenica 7 maggio 2023

New York maggio 2023 giorno 1





 Perché andare a NewYork? Sicuramente per vedere come  la capitale della più grande potenza economica e militare “vive”. E vi assicuro che vive, proprio come un organismo vivente senziente e indipendente. 

Giorno 1. 

Arrivo al JFK ore 18.00 di NY. Con non poca fatica, visto che spricchiamo poco l’inglese, siamo riusciti a fare il biglietto per uscire dalla stazione ferroviaria che unisce i terminal dell’aeroporto, ivi compreso il biglietto per la Subway direzione Manhattan. Peccato che quando siamo saliti sul treno, al primo controllo ci informano che non eravamo saliti sulla Subway ma bensì sul treno, quindi abbiamo dovuto fare altri biglietti per non pagare la multa. Ma niente paura, tutta esperienza. In 30 minuti siamo arrivati al nostro hotel. Devo dire che, in quanto a collaborazione, visto come ci prodighiamo noi in Italia per aiutare i turisti, qui non mi sono sembrati molto collaborativi. Vanno tutti di fretta peggio che a Milano. 

Ma non sono demoralizzato, oggi è solo il primo giorno. 


mercoledì 13 luglio 2022

Tempo

Tempo che vola e mai non muore, che questa sera passi nel mio cuore, a cercar con me il mio Amore. 

Amore,

che rinasce ogni giorno ai primi raggi di sole, facendo aprir le finestre 

del nostro cuore. 


Cuore, 

che batti e sussulti,

espandendo calore, 

sia dentro che fuori. 


Fuori,

a guardar cieli di stelle,

che a Dirti Quanto Ti Amo,

son sempre brividi a pelle. 


A.R






domenica 13 giugno 2021

Buon viaggio Franco

Il treno era già lì, puntuale sul binario 1, in attesa dei passeggeri e pronto alla partenza. 

La locomotiva a vapore accennava di tanto in tanto qualche piccolo sbuffo ed il capotreno, guardando il suo orologio da taschino, ci faceva cenno con la mano per rassicurarci che ancora c’era tempo. 

Così ci riunimmo tutti, parenti ed amici più stretti, in sala d’aspetto per un ultimo saluto e, tra commemorazioni e raccomandazioni, aspettammo  che arrivasse “l’ora”.

Ma tu, Franco, viaggiatore appassionato, amante della geografia e curioso scopritore di mete sempre nuove, sembravi  sereno e già pronto per la partenza. 

Pronto per salire su quel vecchio treno a vapore che, parte una volta sola nella vita e, non ci è dato modo di sapere se e quando o dove si fermerà. 

Ma cosa importa, caro Franco,  le tappe del viaggio avranno comunque cose nuove da scoprire e spazi immensi da visitare. 

Quando la locomotiva cominciò a scaldare seriamente il motore, un enorme sbuffo  pervase la sala d’attesa ma, non era odore di fumo, era un delicato profumo d’incenso. 

Capimmo che l’ora era giunta. 

Il capotreno alzò la paletta al cielo e diede il segnale al macchinista affinché potesse avviare la vecchia locomotiva che, lentamente, cominciò a muoversi verso Nord-ovest e tu, serenamente affacciato al finestrino, raccoglievi i saluti

dei pochi rimasti  sulla banchina, rimasti per vedere fino all’ultimo il  treno che si allontanava all’orizzonte ma, imboccata la galleria poco più avanti, la Tua carrozza spari lentamente inghiottita dal buio. 

Non è stato facile, per noi, accompagnarti alla “stazione” e lasciarti prendere da solo quel treno perché, sapevamo che, dopo la tua partenza, di te ci sarebbero rimasti soltanto i ricordi, soltanto ricordi di tutti i momenti passati insieme. Ma questo, purtroppo, è uno di quei viaggi della Vita, al quale nessuno può opporsi. 


A.R. 

venerdì 15 maggio 2020

covid 19

Responsabilità del datore di lavoro da Covid-19 alla prova del doppio nesso causale

L'art. 42, comma 2, del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 (cosiddetto decreto Cura Italia, convertito con modificazioni nella legge 24 aprile 2020 n. 27), ha sancito che il contagio da Coronavirus, quando verificatosi in occasione di lavoro, debba essere trattato dall'INAIL come un infortunio sul lavoro. A tale riguardo l’INAIL stesso ha precisato, fin dalla sua circolare n. 74/1995, che le malattie virali (come il Covid-19) conseguono ad una causa violenta – l’infezione appunto - e pertanto vanno qualificate come infortunio e non come malattia professionale. Peraltro, conferma in tal senso è contenuta anche nella risposta nr. 5-03904 del 6 maggio 2020 della Commissione Lavoro pubblico (IX).

Responsabilità del datore di lavoro

Ne deriva, inevitabilmente, una potenziale responsabilità del datore di lavoro, di rilevanza anche penale, per l’ipotesi in cui i suoi dipendenti risultino effettivamente essere stati contagiati in ambito lavorativo; più precisamente ed a seconda della gravità delle conseguenze dell’infezione si può verificare una responsabilità del datore di lavoro per i reati di lesioni colpose o, nei casi estremi, per quello di omicidio colposo

Il datore di lavoro, inoltre, potrebbe essere tenuto a rimborsare all’INAIL, ai sensi degli artt. 10 e 11 del DPR 30 giugno 1965 n. 1124, le provvidenze economiche erogate dall’Istituto ai lavoratori infortunati ed anche a risarcire direttamente a questi ultimi l’ulteriore danno differenziale (l’INAIL, infatti, eroga, sotto forma di rendita, un indennizzo e non l’intero danno civilistico) che, in ragione della gravità delle conseguenze sulla salute e sulla vita di relazione, potrebbe essere molto ingente.

Accertamento del nesso causale…

Al fine di poter concretamente ravvisare una responsabilità del datore di lavoro, occorre in primo luogo appurare l’esistenza del nesso causale tra l’attività lavorativa e il contagio stesso, che, nel caso del Covid 19, trattandosi di infezione epidemiologica, per definizione ad eziologia diffusa, non può, salvo casi particolari, essere presunta.

L’onere della prova della “occasione di lavoro”, ossia della concreta sussistenza del nesso causale tra infezione da Covid 19 e ambiente di lavoro è a carico, per le rispettive azioni di responsabilità verso il datore di lavoro che abbiamo sopra indicato, dell’INAIL e del lavoratore.

La prova in giudizio di questo primo nesso causale non appare facilmente raggiungibile visto anche che, come noto, il virus in questione presenta un periodo di incubazione fino a circa due settimane e può quindi esternalizzarsi anche molti giorni dopo il relativo contagio. Sul punto l’INAIL ha comunicato, attraverso la propria circolare n. 13/2020, che la copertura assicurativa è riconosciuta al lavoratore a condizione che la malattia sia stata contratta durante l’attività lavorativa e che l’onere della prova, secondo i principi generali, nei confronti dell’INAIL, è a carico dell’assicurato. 

Farebbero eccezione alcune categorie professionali ad elevato rischio, come ad esempio gli operatori sanitari, gli operatori dei front-office, i cassieri e gli addetti alle vendite/banconisti, per i quali l’INAIL ha invece introdotto una presunzione semplice di contagio d’origine professionale, con conseguente inversione dell’onere della prova a carico dei datori di lavoro (presunzioni che, nella diversa sede penale, andrebbero però inevitabilmente sorrette da altri elementi).

… e di un secondo collegamento causale

Una volta che fosse accertato il nesso causale tra contagio e ambiente di lavoro, la responsabilità del datore di lavoro per l’infortunio presupporrebbe il verificarsi di un secondo collegamento causale consistente nella relazione tra l’infezione, siccome contratta in ambito lavorativo, e la violazione da parte del datore di lavoromedesimo delle norme poste a tutela dell’igiene e sicurezza sul lavoro. In altre parole, occorre verificare se il predetto evento sia la conseguenza di una carente o omissiva gestione della disciplina antinfortunistica da parte del datore di lavoro e solo in tale ultima ipotesi l’evento – infortunio darebbe luogo 

· ad una responsabilità restitutoria nei confronti dell’INAIL che promovesse azione di rivalsa verso il datore di lavoro, 

· ad una ulteriore responsabilità risarcitoria del datore stesso verso l’infortunato, per danno civilistico differenziale, 

· ed infine ad un possibile illecito penale a carico del datore di lavoro (per i reati di lesioni personali colpose ai sensi dell’art. 590 c.p., oppure di omicidio colposo ai sensi dell’art. 589 c.p. se il contagio abbia determinato il decesso).

L’onere della prova della concreta sussistenza anche di questo secondo nesso causale, nell’azione di rivalsa Inail, secondo il più recente orientamento giurisprudenziale (Cass. 19 settembre 2012 n. 15715) è, in applicazione dei principi generali che regolano la responsabilità civile da fatto illecito, totalmente a carico dell’Istituto di assicurazione obbligatoria. 

Diverso il caso, invece, dell’azione di responsabilità, per il danno differenziale, promossa dal lavoratore infortunato contro il proprio datore di lavoro. L’imprenditore, nonché datore di lavoro, infatti, è titolare di una posizione di garanzia che discende in primo luogo dall’art. 2087 cod. civ., che gli impone di tutelare in ogni modo l'integrità fisica dei prestatori di lavoro.

Onere della prova a carico del datore di lavoro

Orbene, la responsabilità che l’art. 2087 cod. civ. pone a carico del datore di lavoro verso i propri dipendenti ha natura contrattuale e ciò determina una inversione (parziale) dell’onere della prova in giudizio. Una volta che il lavoratore avrà dimostrato che l’evento lesivo è da ricondursi all’occasione di lavoro (primo nesso causale), toccherà al datore di lavoro l’onere, invero gravosoperché di assai ampio contenuto, di dimostrare di avere fatto tutto quanto ragionevolmente possibileper evitare il verificarsi dell’evento e, quindi, il danno. 

Se in generale vengono, allora, in considerazione le disposizioni in tema di igiene e sicurezza previste dal D.Lgs. n. 81/2008 (T.U. Salute e Sicurezza sul lavoro), nel caso – in particolare - del Covid-19, la cifra dell’adempimento datoriale agli obblighi posti a suo carico dall’art. 2087 cod. civ. è certamente data dalla scrupolosa osservanza della recente normativa emergenziale, di cui all’articolo 2, comma 6, del DPCM 26 aprile 2020, che impone alle imprese le cui attività non sono state sospese di rispettare “i contenuti del protocollocondiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto il 24 aprile 2020 fra il Governo e le parti sociali”.

Scrupolosa attenzione, dunque, in sintesi

· agli obblighi di informazione e formazione

· alla attività di prevenzione, che spazia dalla misurazione della temperatura corporea agli accessi aziendali fino al mantenimento del distanziamento sociale sui luoghi di lavoro, anche attraverso interventi organizzativo gestionali sull’orario o sui turni di lavoro, alla messa a disposizione, 

· ed alla sorveglianza circa la loro effettiva adozione da parte dei lavoratori, dei dispositivi di protezione individuale, quali mascherine, guanti, gel igienizzanti, ecc. 

Le decisioni della Cassazione

Per altro verso, la verifica del nesso eziologico negli illeciti penali a contenuto omissivo (ossia l’inosservanza di norme incriminatrici che impongono una certa azione) richiede il cosiddetto giudizio controfattuale, ovvero l’accertamento che, sostituendo mentalmente l’omissione con la doverosa azione esigibile ed escludendo l'interferenza di decorsi causali alternativi, l'evento non si sarebbe verificato con un elevato grado di credibilità razionale. 

A tale riguardo, proprio recentemente, per una vicenda risalente nel tempo ma ancora attuale ai fini di quanto in esame, la Suprema Corte (Sezione IV penale, sentenza n. 13575-20) ha avuto modo di tornare proprio su tale nesso causale tra violazione di una norma antinfortunistica ed infortunio sul lavoro, utilizzando un percorso logico di natura quasi presuntiva; in particolare, a fronte di un infortunio accaduto ad un dipendente al quale erano stati consegnati dispositivi di protezione individuale (DPI) diversi da quelli previsti ed in assenza di un Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) aggiornato, la Corte di Cassazione ha osservato che: 

(a) con riferimento alla mancata consegna di idonei DPI, se il DVR della società ciò prevedeva evidentemente tali dispositivi erano considerati quelli più corretti per la particolare lavorazione in questione, così che la loro corretta messa a disposizione avrebbe contribuito in modo rilevante ad evitare l’incidente; 

(b) con riferimento alla mancata formazione ed adeguamento del DVR in merito ad alcune specifiche fasi del processo produttivo, ciò avrebbe messo il dipendente nella oggettiva non conoscenza del rischio e delle idonee condotte contenitive dello stesso, ed anche ciò quindi avrebbe contribuito all’evento accaduto; a nulla sono invece valsi i tentativi del soggetto imputato volti a dimostrare che, anche in presenza delle condotte omissive contestate al datore di lavoro, l’incidente sarebbe potuto accadere ugualmente. 

Un tale approccio potrebbe prevedibilmente proseguire, anche in misura più accentuata in termini di sostanziale presunzione, con specifico riferimento all’infortunio da Covid-19 e al mancato rispetto del citato protocollo stipulato, proprio per tale rischio, dal Governo con le parti sociali; un eventuale contagio di un lavoratore (sempre che si sia verificato in ambito lavorativo), se avvenuto in un contesto anche di inadeguata applicazione del protocollo anti-Covid da parte dell’azienda e del datore di lavoro, facilmente (per non dire quasi certamente) sarebbe ricollegato, come fatto causale, alla predetta inadeguata condotta del datore di lavoro con conseguente sua possibile responsabilità penale per lesioni colpose o per omicidio colposo. 

In conclusione

Quanto sopra conferma a maggior ragione l’assoluta necessità di una attenta, piena e puntuale applicazione del protocollo anti-Covid da parte del datore di lavoro (oltre che delle altre norme antinfortunistiche) prima di riavviare e svolgere le attività aziendali e lavorative. 

In ultima analisi, e sempre seguendo un percorso che dall’evento contagio dapprima può portare a sua qualificazione come infortunio sul lavoro e che poi può proseguire per una possibile responsabilità penale del datore di lavoro, non può escludersi che si passi e si arrivi, in una sorta di escalation, anche ad un terzo stadio, ovvero quello della possibile responsabilità della società ai sensi dell’art. 25/septies del D.Lgs. 231/2001. Infatti, trattandosi di reati presupposto (lesioni gravi o gravissime o omicidio), qualora la lesione o il decesso colposi da Covid-19 fossero accompagnati da un interesse o vantaggio della società (ai sensi dell’art. 5 del citato decreto), scatterebbe anche tale aggiuntiva (e non alternativa) forma di responsabilità dell’ente; interesse o vantaggio che non appare difficile riscontrare in tale fattispecie visto il consolidato orientamento (confermato anche dalla citata recente sentenza della Suprema Corte) che rintraccia tale requisito anche nel solo risparmio di costi ottenuto dall’azienda a seguito dell’incompleta od omessa applicazione della normativa antinfortunistica e/o nel maggior guadagno ottenuto evitando la minore produttività che altrimenti si sarebbe verificata adempiendo pedissequamente tali norme.


(Fonte www.ipsoa.it )

mercoledì 25 dicembre 2019

Buon viaggio

Buon viaggio


So che è triste perdere una persona cara, soprattutto se ciò avviene in un momento particolare come il Natale ma, cerco sempre di guardare il lato positivo delle “cose” e, anche in questo frangente voglio riuscirci, ricordando sempre quei momenti gioiosi e spensierati, per me importanti, che mi hai fatto passare in un momento triste della mia vita. 

Ed allora, è da qui che voglio vedere il lato positivo di questo triste momento, non ricordandoti come “scomparso” ma, piuttosto, come quella persona bonariamente esuberante che eri e che, in quella buia “fermata del capolinea della vita”, aspetta l’arrivo della slitta di Babbo Natale per chiedergli un passaggio. 

Ed è così che vi immagino, uno affianco all’altro e tu che, con quel tuo tono sempre imperativo, gli dici: “ datti una mossa e rumpa mingha i cujun”. 

Questo è il momento dei saluti ma, non degli addii perché so, con certezza, che il prossimo anno a Natale ritornerai... nei nostri pensieri. 


Ti auguro un viaggio sereno e colmo di pace. Un abbraccio Roccia.


Tuo nipote. 


A.R.


lunedì 25 dicembre 2017

Buon Natale

Buon Natale a tutti, come augurio di circostanza ma, non scordiamoci che le feste non rendono più buoni.
Buoni lo si è sempre o non lo si è mai. L’unico potere che hanno le feste, è quello di renderci felici o tristi. E tutto dipende da quanto ancora ci stiamo volendo bene e quanto abbiamo fatto o stiamo facendo per volercene.
La convinzione comune è quella di pensare che, se qualcosa di Caro ci è venuto a mancare, debba prevalere la tristezza e l’apatia più totale. Non credo!
La tristezza ci imprigiona nel momento stesso in cui smettiamo di voler bene a noi stessi.
Ed allora, se siete credenti, vi auguro buon Natale.
Se non lo siete, vi auguro buone Feste ma soprattutto, vi auguro riusciate a volervi  bene.
Vedrete che la bontà e la generosità si manifesteranno automaticamente da sole.

A.R.

giovedì 2 febbraio 2017

Barbara & Aida






Aida le si fermò accanto, alzò il naso al cielo e cominciò ad annusare l’aria.
La nebbia si alzava imponente creando una suggestiva visione. Splendido panorama.
Barbara, facendo perno sul suo bastone, prese la posizione migliore e, volgendo lo sguardo verso il nulla,
si mise ad osservare e ad ascoltare. Poi, chiuse gli occhi.
Che silenzio, che pace, che dolce sensazione il vento freddo della Cima, che in qualche modo riesce sempre a trovare un lembo di pelle scoperta e a provocare un piacevole brivido lungo la schiena.
Aida, distolto lo sguardo dal panorama, volge il capo verso la sua compagna in attesa di un cenno, una parola ma, Barbara,  è come pietrificata, immobile, quasi assente, un tutt'uno con la montagna.
Momenti di lunghi silenzi. Di respiri profondi. Attimi di pura calma atti a ricaricarsi di quell’energia che solo la montagna sa trasmettere. Poi riapre gli occhi, abbassa lo sguardo e, con la mano va a cercare il collo di Aida, la accarezza e, mentre le sfiora la chioma, un sorriso gioioso le abbellisce le labbra quasi screpolate.
Andiamo, sussurra piano piano Barbara,  quasi a non voler violare quella quiete e, muovendo il primo passo verso il sentiero di ritorno, le due compagne riprendono la strada per casa, abbandonando quella  scena che, non si ripeterà mai più nello stesso modo.
A.R

sabato 24 dicembre 2016

Buone feste...

E niente, volevo scrivere uno di quei post strappa lacrime, tipo...avete presente la famigliola dove padre e madre hanno perso il lavoro perché l' azienda ha chiuso e riapre all'estero e che quindi passeranno delle brutte feste in povertà e tristezza, oppure di tutti quei bambini rimasti orfani perché i genitori sono morti sotto le macerie di bombardamenti fatti a cazzo da paesi così detti pacifisti, o di quei milioni di senza tetto, che pur essendo Italiani, non meritano accoglienza perché non portano business a certe associazioni no profit e che quindi scordiamoci di loro e se li vedete congelati in mezzo alla strada non fateci caso sono solo fantasmi.
Ecco, no, proprio non ce la faccio a scrivere un pezzo su queste cose, non ne sono capace e non riuscirei mai a trovare quelle giuste paroline che servirebbero per farvi fermare a riflettere cinque minuti.
Molto più semplice augurare buone feste a tutti, feste piene di felicità e belle cose, feste felici e spensierate insieme ad amici e parenti. Feste con molti regali (inutili) da scartare e da riporre in qualche cassetto sperduto della casa esattamente il giono dopo.
Comunque sia, a parte tutto quanto sopra, vi auguro buone feste e serene notti, perché non voglio che quei bambini vi restino impressi e vi facciano fare brutti sogni pieni di fantasmi congelati che vi gironzolano per casa.

Un abbraccio forte.
A.R.

lunedì 9 maggio 2016

Urla in silenzio

Che voglia di urlare che ho!
Quante cose avrei da dire, gridando, in faccia a qualcuno, chiunque esso sia.
Nessuno disposto a risolvermi i problemi, che certo non mi son creato io. Ma che dico, sto farneticando!
Non si può avere una soluzione per tutto, anche se tutto, apparentemente, può avere una soluzione.
Tristezza, troppe cose che vedo mi danno tristezza, eppure io rido comunque.
Sarò fatto strano io e saranno fatti bene gli altri. Certamente è così, non può essere diversamente.

giovedì 16 aprile 2015

Buon compleanno

Buon compleanno a te
che da oggi son 18.
Buon compleanno a te
che da oggi respirerai la vita in modo diverso e più intenso.
Buon compleanno a te
che hai raggiunto un inizio e non un traguardo.
Buon compleanno a te
che da questo inizio, dal quale partirai, porterai con te il tuo sacco pieno di responsabilità. E non potrai aprirlo per vedere cosa c'è dentro, le cose che contiene usciranno fuori da sole, al momento opportuno.
Saranno belle, o forse brutte, ma poco importa. Sarà importante lo spirito che ci metterai per affrontarle.
Buon compleanno a te
che da oggi si parte, si mollano gli ormeggi, come una nave che da sempre guardava il mare, ma dal porto. Molla le cime, spiega le vele e punta sempre la direzione dove vedi la stella più luminosa.
Buon compleanno a te
che ricordo ancora
quando dormivi piano
con la testa sulla mia mano.

Con affetto
Il tuo Papà.

A.R

lunedì 30 marzo 2015

Il Tempo

Il Tempo
galantuomo di ere passate
di albe presenti
e tramonti futuri

non indossa orologi
non dorme
non corre
non rincorre
Lui scorre.

Non ha un volto
non ha un corpo
perché Lui è il tutto
ed anche il niente.

Non opporti
non voltargli le spalle
non chiamarlo
non pretendere di domarlo
vivi sereno
e non aspettarlo.


A.R

martedì 3 marzo 2015

La vita

La vita è uno spettacolo e gli esseri viventi vi partecipano.
Alcuni da attori, altri da comparsa e chi da spettatore.
Non importa quale ruolo tu stia impersonando, non frega niente a nessuno e, soprattutto, non gliene frega niente alla vita che, inesorabile, continua a scorrere ugualmente.

A.R.

martedì 23 dicembre 2014

Insieme (A Monica)

Insieme
In giro per mondi a guardar orizzonti
che poi poco importa
che sian albe o tramonti.
Quanta strada abbiam fatto?
Quanto tempo è passato? 
Quanto più vicini siamo?
Che solo a pensarci… 
e ci stringiamo la mano.
Gridi, urli, ma mai disperi
e sempre lì al mio fianco
ti trovo
a tenermi in piedi.
E quando
la notte incombe,
un bacio, un abbraccio,
il tuo io in me si diffonde.
E mi accarezzi i capelli…
e son sogni più belli.
Come dir grazie
ad un Cuor così immenso
se non so dimostrargli
quello che sento?
Ci provo col fuoco
cucinando con questi ingredienti
passione,
dedizione
e tutti i miei buoni intenti
affinché al Cuor tuo possan dare
felici momenti.
So che non basta
questo mio fare strano
ma forse è anche per questo
che ancora D.Q.T.A.

A. Rumi

sabato 13 dicembre 2014

In un mondo parallelo.

Non era un giorno normale di una settimana normale. E neanche un momento normale di una qualunque situazione normale. Era un giorno particolare di una situazione particolare in un momento ben preciso: il giorno del mio intervento al ginocchio.
E ti catapulti in un mondo dove,  quello che sei nella vita fuori,  poco conta.
Tutti in pigiama o in tuta, con le stampelle   o in sedia a rotelle: tutti uguali. Perché spogliàti da tutto quello che normalmente può renderci diversi;  ché qui non hai mica  "l'abito che ti fà Monaco".
Che a vederci in faccia, ognuno con le nostre storie dentro difficili da raccontare,  è palese che cerchiamo guardinghi di capire chi sono gli altri.
E ti accorgi subito che sei finito temporaneamente in una vita parallela.
Con queste persone che, forse, se incontrate fuori da qui, non ci avresti neanche scambiato due parole.
Ed invece, con un pigiama e due stampelle, è subito gruppo e condivisione.
Quanto è stato appassionante ed avvincente ascoltare i racconti di Carlo, un uomo sempre in sella, in viaggio costantemente con la sua moto, fedele amica e compagna di molte avventure, in giro per il mondo. Accento toscano, tono sempre pacato ed una espressione degli occhi sempre luminosa e travolgente.
I dettagli e la dovizia di particolari che riempiono le sue avventure, sono riusciti a farmi visitare luoghi che, forse, non riuscirò mai a visitare nella mia vita.
Yaya, con quella risata sempre sulle labbra,  fatta con pancia e cuore, tanto da farla piegare per il troppo ridere. Travolgente.
Svizzera di nascita con accento toscano misto francese.
Fedele al suo turbante che manco Margie dei Simpson. Con lei si va al fùma fùma, davanti all' ingresso principale, che mica puoi fumare nei reparti.
Sabrina l'ho conosciuta poco, ma si vede subito quanto sia una persona calma e riflessiva. Anche lei toscana ed incline alla risata, con gusto.
L'architetto ha 85 anni. Francese di nascita, sardo di adozione ma figlio del mondo. Carattere difficile.
Uomo ancora pieno di vita ed energia, con tanto da raccontare a chi ha veramente voglia e pazienza di starlo ad ascoltare. Non si sottrae alle domande, neanche a quelle più personali ed intime. Con lui ho condiviso parecchie notti insonni tra i  dolori post operazione e chiacchierate fatte a bassa voce per non prendere cazziatoni dall'infermiera di turno. Non vi dirò il suo nome,  ma sappiate che, nel suo genere,  è uno dei più famosi architetti in Europa,  forse anche nel mondo, ed io sono veramente onorato di averlo conosciuto.
Intanto i giorni passano. Si cerca di ridere il più possibile per non pensare ai vari dolori fisici che ci attanagliano; non è facile,  e qualche volta il fisico cede alla pressione del dolore.
Domani si esce…
E si ritornerà alla vita normale, se normale si può definire.
E sei di nuovo a casa e ti ritrovi con te stesso,  a pensare quante vite parallele si possano vivere nella propria vita e, che fine farà quel piccolo momento vissuto con quelle persone,  che come te, torneranno a perdersi nelle loro precedenti vite.
Cari compagni di viaggio, anche se in futuro non dovessimo più incontrarci, sappiate che mi resterà comunque uno splendido ricordo di tutti voi e non finirò mai di ringraziarvi per avermi dato supporto e ascolto in un momento così difficile e delicato della mia vita.

Un abbraccio fraterno.

A. Rumi

domenica 7 dicembre 2014

Giusto per far due chiacchiere

Non volevo disturbarti, se di disturbo si tratta, è che avevo voglia di confrontarmi un po' con qualcuno.
Solo due chiacchiere.
Qualche pensiero buttato qua e là, un sorriso, due lacrimucce.
Cose che fanno normalmente due che si parlano.
Nulla di importante o di serio, giusto per dar sfogo al fiato che spesso mi tengo dentro.
Ieri,  a fisioterapia, la ragazza ha provato a piegarmi il ginocchio a 100°: Ho pianto come un bambino ed ho cominciato a picchiare i pugni sul lettino, tipo i lottatori sul tatami che sbattono la mano  per arrendersi.
Grande dolore.  Poi è entrato in palestra Massimo, con sua madre, su una sedia a rotelle. Riusciva a muovere solo il pollice e l'indice della mano destra, con i quali azionava i comandi della carrozzina.
Sono diventato serio, ho smesso di lagnarmi ed ho provato un po' di vergogna per il mio comportamento.
A lui fanno i massaggi agli arti per tenergli viva e fluida la circolazione del sangue.
Non parla. Muove solo gli occhi, ma la madre lo capisce molto bene e sorride continuamente accarezzandolo sul capo.
Forse, se Massimo potesse ridere, mi riderebbe in faccia come si fa alle "femminucce" e ne avrebbe tutto il diritto di farlo.
Il vero problema è che questo futuro è una strada tutta in cantiere.
Stanno succedendo troppe brutte cose nel mondo e in questo paese  non si vedono persone vogliose di adoperarsi affinché si possa ritornare a sperare in un futuro fatto di positività.
Tanta negatività e menefreghismo, accompagnati da egoismo ed ingordigia.
A volte penso che tutto questo sia solo un sogno, ma poi so bene di essere sveglio.
Lo sai che non cerco consigli perché tanto farei comunque di testa mia, ma ciò non deve escludere il fatto che io possa avere il bisogno di una figura, seppur immaginaria, con la quale scambiare quattro righe.
Dicono che il cuoco di questo posto sia uno chef ed io ci credo, perché il mangiare non è assolutamente male, anzi.
Ha ripreso a piovigginare, hanno messo neve per i prossimi giorni ma tanto, per ora devo stare qui.
Domani riposerò tutto il giorno, fisioterapia è sospesa fino a dopo l' Immacolata. Vedremo cosa inventarci per passare la giornata senza cadere in depressione. 

Notte pa'


venerdì 27 giugno 2014

Paroleconfusesottouncielostellato

Se mi vedessi adesso, dal vivo, vedresti come sono cambiata in questi tre anni .Ho fatto così tanti cambiamenti che, ormai, non me li ricordo nemmeno più.
Sai, mi sono fatta i capelli più chiari, come ho sempre desiderato.
Sono un po' più alta dell' ultima volta che ci siamo visti, il giorno delle pagelle di terza media; ho preso la decisione, finalmente, di dare una svolta al mio fisico ... sai, sto dimagrendo a vista d occhio.
Ora ho 17 anni, come sono passati in fretta sti' 7 anni, vero?
Mi piace ancora leggere e, soprattutto, scrivere, inventare storie. Stavo pensando di scrivere un libro, chissà, magari faccio fortuna.
Mi chiedo se mai guardi le mie foto e, se le guardi, mi piacerebbe sapere se sei fiero di quello che sono diventata e, magari, anche orgoglioso di avere una figlia come me. Mi sarebbe piaciuto farti leggere le mie poesie, le mie canzoni. Ti scrivo tutto questo in una foto perché, beh... non sono brava con le discussioni faccia a faccia. Scrivo perché spero di farti scendere una lacrima, farti capire che comunque non sono poi così orribile come figlia.
Volevo solo essere felice ... tutto qui ... non ho mai chiesto la luna, credo.
Beh, ora posso dire finalmente di essere felice ... dopo 3 anni di sacrifici.
 
Ciao...
 #Paroleconfusesottouncielostellato