giovedì 22 settembre 2011
Monologo sulla Vita
(video segnalato da +Erri Mora)
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Qui di seguito la trascrizione!
Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato.
Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perder tempo con l'invidia.
A volte sei in testa.
A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse.
Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo.
Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
È il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla.
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza.
Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori.
Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli.
Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono.
Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.
(Phil Cooper) [Monologo finale del film]
il
09:06
venerdì 16 settembre 2011
Bondage: quello che non sapete e che dovreste sapere.
Premessa:
E' d'attualità in questi giorni parlare di Bondage, non tanto per descriverne l'arte che rappresenta, piacevole o meno, ma per associarla come arma del delitto (quindi per alcuni pericolosa ed illegale) all'omicidio della ragazza Paola Caputo, avvenuto a Roma pochi giorni fa.
Non avendo molta conoscienza di questa "Arte/tecnica" utilizzata per procurare piacere, ho cominciato a raccogliere informazioni.
Tra tutte quelle che ho avuto modo di leggere, perlopiù bacchettone, una mi ha affascinato particolarmente, sia per il modo in cui lo scritto si legge piacevolmente, sia per la serietà con cui viene scritto il pezzo stesso.
Sappiamo bene che la linea di confine tra "deviazione sessuale" e " tecnica amatoriale" è molto sottile, ma come in tutte le "Tecniche", se c'è l'abuso e il non rispetto delle regole, si sconfina nell'illegalità.
Penso che questo pezzo meriti di essere letto fino in fondo.
A.Rumi
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Mi ami? Soffochiamo insieme. Il popolo del bondage nella penna di una scrittrice erotica
E' d'attualità in questi giorni parlare di Bondage, non tanto per descriverne l'arte che rappresenta, piacevole o meno, ma per associarla come arma del delitto (quindi per alcuni pericolosa ed illegale) all'omicidio della ragazza Paola Caputo, avvenuto a Roma pochi giorni fa.
Non avendo molta conoscienza di questa "Arte/tecnica" utilizzata per procurare piacere, ho cominciato a raccogliere informazioni.
Tra tutte quelle che ho avuto modo di leggere, perlopiù bacchettone, una mi ha affascinato particolarmente, sia per il modo in cui lo scritto si legge piacevolmente, sia per la serietà con cui viene scritto il pezzo stesso.
Sappiamo bene che la linea di confine tra "deviazione sessuale" e " tecnica amatoriale" è molto sottile, ma come in tutte le "Tecniche", se c'è l'abuso e il non rispetto delle regole, si sconfina nell'illegalità.
Penso che questo pezzo meriti di essere letto fino in fondo.
A.Rumi
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Articolo di Cristiana Formetta.
Mi ami? Soffochiamo insieme. Il popolo del bondage nella penna di una scrittrice erotica
"Il cosiddetto 'sesso estremo' è praticato da coppie normalissime e
signore con la messa in piega". Da un blog a tema, la scoperta
dell'autrice: le tecniche erotiche più esasperate sono praticate da una
fetta inimmaginabile di gente.
C’è bisogno di riflettere su questa parola: consapevolezza. Nel bondage in particolare, va intesa come sinonimo di sicurezza, perché solo la consapevolezza dei propri desideri e dei propri limiti conduce al piacere. Ma i fatti di Roma che hanno portato alla tragica morte di una giovane ragazza hanno rimesso in discussione proprio la questione “sicurezza”. Il bondage non è meno sicuro del bungee jumping o di altri sport estremi, purché non si commettano imprudenze. Soter Mulé, l’ingegnere romano esperto di shibari, non aveva un coltello a portata di mano per tagliare le corde al primo accenno di pericolo – possibile nel breathplay – e questo è stato un errore fatale, che mai sarebbe dovuto accadere. Sbagliato invece addossare la responsabilità di questo errore anche a chi il bondage lo pratica con rispetto per la sicurezza degli altri. Il bondage, soprattutto nella sua variante shibari, una pratica antichissima che risale addirittura all’epoca dei samurai, tanto da venire utilizzata per immobilizzare i prigionieri mediante delle funi. Oggi si usano catene, manette, polsiere in velcro o in seta finissima, e il piacere che deriva dal sentirsi totalmente in balia di un’altra persona è tale da rendere superfluo anche il rapporto sessuale.
Di conseguenza, s’intuisce che il bondage non è un gioco erotico mortale, come ha detto qualcuno. E tantomeno un divertimento da pervertiti. Tuttavia, parlarne in questi termini fa tendenza. Ma come definire l’eros estremo se non come un’altra faccia dell’amore? Quando ho scritto Fetish Sex ho deciso di raccontare l’altra faccia dell’amore attraverso otto storie di sesso estremo. Una di queste, raccontava la disavventura di un giovane diviso tra il desiderio di vedersi legato e immobilizzato, e la paura di confessare alla fidanzata questa fantasia. Il timore di venire additato come un malato o un pervertito, alla fine lo spingerà a chiudersi in casa per legarsi in solitudine, senza riuscire a liberarsi. Già dalla prima presentazione in libreria, ho potuto constatare che il racconto, nonostante il lieto fine, lasciava nei presenti un vago senso di inquietudine misto a eccitazione. Così a fine serata c’era sempre qualcuno che si fermava a parlare con me perché voleva sapere di più sull’argomento. Voleva sapere qual era il modo giusto per legare una persona, o per farsi legare. Soprattutto voleva conoscere i rischi e le conseguenze di un tale gioco. Questi curiosi non assomigliavano agli orchi cattivi delle fiabe, al contrario erano persone dall’aspetto comune, di quelle che potreste incontrare tutti i giorni in ascensore o sull’autobus. Non pervertiti, ma persone normalissime. Ricordo, tra gli altri, un giovane studente universitario dai capelli ricci e biondi come un cherubino, un paio di infermiere dalla risata contagiosa che mi assillavano con domande su manette e bavagli, e tantissime coppie sposate che cercavano di mantenere vivo il rapporto attraverso nodi fatti ad arte.
Gente di ogni paese e di tutte le età, uomini e donne accomunati dal medesimo bisogno di qualcosa che non si contrappone all’amore, ma viaggia sopra un binario parallelo. Si tratta di esploratori. Proprio come la signora che l’anno scorso si piazzò di fronte a me durante un reading, seduta in prima fila. Sui cinquanta, ben vestita, con i capelli freschi di messa in piega, insomma la classica “sciùra perbene” che si occupa di annaffiare le piante ai vicini che sono in ferie. In grembo aveva una specie di taccuino dove prendeva appunti. Ogni tanto annotava qualcosa, poi tornava sui suoi passi e tirava una linea su quanto aveva scritto in precedenza, per ricominciare tutto daccapo. Una parola. Una linea. Un’altra parola. Un’altra linea. Andò avanti così per tutta la sera, tanto che alla fine volevo sapere cosa aveva scritto su quei fogli. Soprattutto volevo sapere cosa aveva cancellato e perché. Le mie parole l’avevano offesa? I miei racconti avevano urtato la sua sensibilità? Dovevo conoscerla, parlare con lei e chiederle del taccuino. Esattamente ciò che ho fatto al termine del reading. Così ho avuto modo di constatare che la signora non si era limitata a prendere appunti, ma accanto a ogni nota aveva scritto il nome di un uomo, l’amico che secondo lei poteva essere più disponibile a fare certi giochi. Salvo cambiare idea poco dopo e tirare una bella linea su quel nome. Niente di grave comunque, perché a giudicare dagli scarabocchi sulla pagina, la signora doveva avere tanti amici. Che non sono dei pervertiti, ma certamente sono numerosi.
il
12:14
domenica 11 settembre 2011
Antonella e Mike felici nozze.
Se voi foste uno strumento, sareste un pianoforte, e come tutti i pianoforte, destinati a comporre grandi opere e dolci melodie. Un tasto bianco ed un tasto nero, che, se suonati all'unisono, scriveranno insieme sul pentagramma della vita, la loro canzone.
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il
15:26
martedì 6 settembre 2011
Twitter: hashtag #piazzaffari per uno sciopero contro la crisi.
La7 (InOnda) comincia proprio bene: "lo
spred non sciopera la C.I.G.L si".
Parola subito alla "piazza affari" di milano (grandeee), dove i
lavoratori scioperanti, (circa 500 alle ore 21.00 di lunedi) hanno
già allestito il presidio che continuerà per tutta la giornata di
martedi 6 settembre.
È superfluo dire che, i lavoratori
presenti, sono sempre quelli con il salario più basso e
cassaintegrati (buste paga alla mano), ma Telese ci tiene a sottolinearlo.
Casini, ospite fuoristudio, concorda
che i lavoratori in piazza hanno ragione ma, guarda bene e dice male, “certi
tagli” vanno fatti (le pensioni si e non i parlamentari e le
province).
E quando dice che “ Vanno tartassati i grandi patrimoni”, affermazione fatta ripetere per ben due volte da Telese a Casini, mi son chiesto se si riferisse alla chiesa o a qualcun'altro, ex amico.
E quando dice che “ Vanno tartassati i grandi patrimoni”, affermazione fatta ripetere per ben due volte da Telese a Casini, mi son chiesto se si riferisse alla chiesa o a qualcun'altro, ex amico.
Poi ancora voce alla piazza, due
persone incazzate dure e, come di incanto, la trasmissione è già
finita.
Ah dimenticavo, c'era anche un
esponente del partito socialista.
A.Rumi
il
18:18
lunedì 5 settembre 2011
Twitter: “Hashtag #mistero” per la Omonima Trasmissione Mistero.
E già, sembrerà strano, ma ieri sera,
in contemporanea con l'inizio di stagione della trasmissione Mistero
( Italia 1), ne andava in onda una via WEB su Tweetter, la
web-cronaca satirica.
È bastato un clic su #mistero, e dopo
trenta secondi son cominciati ad arrivare tweet di ogni sorta.
Certo che la trasmissione c'ha messo
del suo, e molto di più.
Tutti si chiedevano quanto Bossari
stesse fingendo nell'interpretare la parte del fifone ( e non vi cito
i commenti) e quanto gli ospiti della trasmissione fossero finti.
Dalla tizia rapita continuamente
egiornalmente dagli alieni ( appuntamento mancato al parco) alle
varie medium che si sono susseguite via via.
Gli effetti e le musiche facevano la
loro porca figura.
E che dire di Adam, sembrava vestito da
'ultimo dei mortal combat, e la domanda è: stata Ma lo pagano?
E poi arriva lo stupefacente (nel senso
che per renderlo credibile bisognava farsi una canna) servizio sulle
carceri di Torino. La medium riesce a liberare uno spirito che da
anni aspettava la trasmissione Mistero per dire 4 cagate e poi
andarsene.
Adesso è andato in pace! Ma ci siamo
domandati: E se aveva l'ergastolo a vita? Mah! Mistero.
Poi arriva il pezzo forte, dove Jane
Alexander (conduttrice 2011), fa tutta una pantomima, mostrando
forte preoccupazione sulla sua incolumità all'interno della
struttura di un manicomio e decide di andarsene.
Ma udite udite, i ghost-hunt sono
riusciti a registrare una voce di spirito con il loro “Ultravoce”
che, riproposta ai microfoni della telecamere, sussurra: “Merda”.
E qui non vi dico il tono i tweet che
sono piovuti.
Comunque, alla fine di tutto, al di là
del "bello o brutto", la trasmissione ci ha offerto un attimo di
aggregazione e svago, cosa che in questi giorni giova molto.
Oggi, comincia a girare #piazzaffari
proposto da tutti quelli che si stanno mobilitando per lo sciopero di
domani 06 settembre 2011, ma questo sarà un altro Hashtag.
A.Rumi
il
20:30
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