mercoledì 30 aprile 2014

Fai come faresti.

Stavo camminando per le vie del centro insieme a degli amici quando,  all'improvviso,  mi son ritrovato da solo in un sentiero di campagna.
Mi sono spaventato.
Ho gridato,  ed ho cominciato a girare in cerchio,  senza sapere che fare.
Poi mi son rialzato,  ho guardato avanti ed ho visto delle persone.
Le ho raggiunte e mi son fermato un po' con loro.
Ho dato quel potevo ed ho preso quel che mi serviva per poter continuare a camminare lungo il sentiero.
Più avanti ho incontrato altra gente ed altra ancora ed ho continuato a camminare.
Il sentiero è ancora lungo perché non ne vedo la fine ma,  nonostante tutto,  non mi fermo a soppesare la differenza tra quel che ho preso e quel che mi hanno dato. Vivo con la consapevolezza che non sempre riceverò ciò che cerco e che non sempre riuscirò a dare ciò che chiedono.
Un abbraccio.

A.R.

martedì 22 aprile 2014

Ricomincio…

Si,  ricomincio da zero.
Ancora una volta tutto è crollato. Poco importa,  perché la voglia di ricominciare non mi manca.
Ho alzato molte pietre nella mia vita e tante me ne hanno fatte cadere,  ma non mi sono mai stancato di rimetterle al loro  posto.  Le fondamenta sono solide ed è questo che importa; piano piano e, confidando nel tempo,  saprò sicuramente rifare ciò che altri hanno pensato bene di disfare.
Mi carico di ottimismo e pazienza, un passo alla volta, schiena dritta e occhi puntati verso il futuro. La strada non la conosco, ma il viaggio sara’ sicuramente interessante.
Ho messo nella mia valigia  cose pratiche: ottimismo, buone speranze, del caffè ed un pizzico di solitudine.
La solitudine mi servirà per quelle giornate umide, quando sarò a sorseggiare il mio caffè davanti alle soddisfazioni che mi sarò preso nei confronti di quelle anime scure che ho avuto la sfortuna di incontrare.
Non chiederò niente,  perché non avrei il tempo necessario per spiegare a cosa mi servirebbe ciò che potrei chiedere; è bella cosi la vita: prendere dal nulla il niente e trasformarlo in qualcosa di solido per poi modellarlo a proprio piacimento per un uso e consumo proprio.
Ridi? E fai bene! Perché quando ti accorgerai di star male veramente, non avrai il tempo per versare lacrime, perché il tempo lo dovrai usare per rimetterti in piedi.
Ora vado a letto, non sapendo chiaramente cosa mi aspetterà domani ma  avendo la certezza che una nuova vita stà nascendo,  dentro di Te.

Da 'TempoTiranno'

A.R

venerdì 11 aprile 2014

Chi è il Padre?


Ho raccolto questa esternazione sul web e, provenendo anch'io da genitori separati ed essendo separato, ne ho preso spunto per riflettere.
"Un vero padre non è colui che ti mette al mondo e poi se ne frega,  un vero padre è quello che si prende cura di te ogni giorno e che anche i mille difetti ti resta accanto".

Me lo sono chiesto spesso anch'io: "ma chi è il padre? "; è una domanda alla quale mi sono sempre dato mille risposte ma mai una volta ne avessi trovata una giusta per me.

Allora, all'età di diciassette anni,  ho cominciato a riflettere,  ma non dal mio punto di vista  ma dal punto di vista di mio Padre.  Di quella persona che stava davanti a me ma,  in lontananza.
E non è una cosa facile da fare,  perché devi abbassare tutte le tue barriere, devi eliminare tutti i tuoi preconcetti,  devi partire da zero e poi,  se riesci a capire,  rischi di dover rimettere in discussione tutti i tuoi pregiudizi.  Questo,  ovviamente,  porterà inesorabilmente a destabilizzare tutti i tuoi equilibri familiari.

Molti fanno l'errore di chiedersi "che cos'è un padre" e,  se analizziamo la frase nel "che cos'è",  ci rendiamo conto che,  inconsciamente,  lo consideriamo un oggetto;  e in tale modo spesso viene trattato:
-Oggetto che deve rispettare regole
-Oggetto che deve pagare monetariamente
-Oggetto che se solo cerca di arrogare un suo diritto,  è costretto a scatenare battaglie legali,  battaglie legali che inesorabilmente distruggerebbero il figlio e se stesso.

E' vero, tanti padri dopo la separazione se ne vanno o fuggono, ma quei  molti che restano, purtroppo,  si ritrovano ad affrontare diversi ostacoli pur di continuare a mantenere un "rapporto decente coi figli".
Spesso, questa continuità del rapporto Padre/Figlio, è la cosa che più infastidisce l'altro genitore, il quale, a volte inconsapevolmente e tante altre volte con piena consapevolezza, adotta comportamenti "passivi" verso il figlio, nei confronti del padre.

Lo so per certo che alla fine la figura del Padre ne esce distorta e malconcia, ma le soluzioni non sono molte se, dall'altra parte, non c'è un genitore che intelligentemente fa quel lavoro "psicologico" che serve al figlio per continuare a considerare il proprio genitore "il Padre".
Un Padre può "sentirsi tale" anche se un figlio non lo accetta.
Ma un Padre non può "fare il Padre" se il proprio figlio non glielo consente.
E a me, francamente, non è mai piaciuta l'idea di impormi con la forza, facendomi scudo dietro cavilli legali, solo per soddisfare una mera esigenza genitoriale.

Ma è altrettanto vero che, se il Padre fa un passo indietro pensando così di concedere serenità al proprio figlio, il figlio stesso lo prende come un abbandono dovuto a menefreghismo e zero considerazione nei propri confronti.

La morale in tutto questo è che qualsiasi scelta un genitore possa fare nell'ambito di una separazione, sarà sempre sbagliata e, saranno sempre e solo i figli a pagare il conto più salato.

"...spero solo che tu, un giorno, possa essere abbastanza intelligente da non comportarti con i tuoi figli nello stesso modo in cui si sono comportati con te i tuoi genitori". 


A.R.